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I Tacchi Sono Stati Inventati Per Gli Uomini

I Tacchi Sono Stati Inventati Per Gli Uomini

I Tacchi: Bellezza, Potere e Comodità – Una Storia Controversa

I tacchi. Un oggetto apparentemente semplice che ha fatto la storia. 
Se pensiamo ai tacchi oggi, il primo pensiero va alla femminilità e all'eleganza. 

Eppure, come spesso accade con gli oggetti più comuni, dietro questi pochi centimetri di altezza si nasconde una storia ben più lunga e complessa. Una storia che ha attraversato i secoli, le classi sociali e perfino i sessi. 

Sì, perché i tacchi non sono sempre stati un simbolo esclusivo della bellezza femminile, anzi, come spesso accade erano in origine qualcosa di ben diverso.

Le Origini: Quando i Tacchi Erano Per Gli Uomini

Nel II secolo d.C. i soldati persiani cominciarono a usare le scarpe con il tacco per una ragione molto pratica: stabilizzarsi sulle staffe dei cavalli. 

In effetti i tacchi iniziarono come un ausilio per la guerra, non per una serata elegante. Questi primi prototipi non avevano a che fare con la seduzione, ma con la funzionalità. Un dettaglio che molti si dimenticano considerando che oggi i tacchi sono diventati quasi esclusivamente un simbolo di estetica.

Quando questi stivali arrivano in Europa, entrano a far parte della cultura nobiliare. Il tacco diventa un segno di potere e status. 

Il celebre Luigi XIV di Francia, il Re Sole, fece dei tacchi un simbolo di esclusività con tanto di legge che stabiliva che solo i nobili potessero indossarli. E non parliamo di tacchi da fashion week, ma di scarpe alte che denotavano un segno di distinzione sociale. I tacchi divennero un simbolo di classe. Una volta indossato un tacco, non si tornava più indietro.

Caterina de' Medici e il Passaggio alla Femminilità

Arriviamo al XVI secolo e troviamo la prima vera transizione del tacco da simbolo di potere maschile a simbolo di femminilità. Fu Caterina de' Medici, la regina di Francia, a chiedere scarpe con il tacco per sembrare più alta nel giorno delle sue nozze. 

Dalla corte francese i tacchi cominciano a entrare nel guardaroba delle donne. Attenzione, non per l'eleganza e basta, anche per un sottile gioco di potere sociale.

I tacchi divennero così il simbolo di una femminilità legata alla posizione sociale. Le donne di alta classe cominciarono a indossarli come segno di distinzione, ma anche di sottomissione alla moda e ai canoni imposti dall'epoca. Era una questione di appartenenza. Qui comincia il gioco tra desiderio e conformismo.

Il Tacco e l’Ascesa della Seduzione

Il passaggio successivo della storia del tacco è quello che lo trasforma in un simbolo di seduzione. Dagli anni ‘20 e ‘30, con l’avvento del cinema e delle dive di Hollywood, il tacco alto è diventato il simbolo della bellezza ideale. 

Marilyn Monroe e Grace Kelly, tra le altre, non erano semplicemente bellissime, erano anche seducenti e i tacchi sono stati il mezzo per esaltare questa femminilità perfetta.

Negli anni ‘50 il tacco si è trasformato in un’arma da sfoderare su red carpet e palcoscenici. Le scarpe erano spesso scelte per enfatizzare la postura e l'andatura. E così, senza che ce ne rendessimo conto, il tacco si è legato indissolubilmente all'idea di seduzione e glamour. 

Il Tacco negli Anni ‘80: Potere e Successo

Arrivano gli anni ‘80 e con essi una nuova evoluzione del tacco. Nel decennio del successo professionale delle donne, il tacco alto diventa simbolo anche di potere. Negli uffici e nelle aziende le donne indossano tacchi per affermarsi e distinguersi. 

Tacchi alti e completi sartoriali diventano il look delle “women in power” che sfidano le convenzioni e il tacco stesso diventa una sorta di dichiarazione di indipendenza.

Oggi: I Tacchi tra Eleganza e Comfort

Oggi il tacco è ancora un simbolo di eleganza, ma anche di libertà di scelta. Negli ultimi anni, la moda ha visto un rinascimento delle scarpe basse, con l’ascesa delle sneakers che hanno preso piede anche nelle occasioni più formali. 

La pandemia ha accentuato la voglia di comodità spingendo molti a rivalutare il tacco e a sceglierlo più consapevolmente, come una scelta di stile piuttosto che una necessità sociale.

In fondo, i tacchi sono come ogni altra convenzione: possono essere ciò che vogliamo che siano. Un simbolo di eleganza e glamour, se lo desideriamo o un ricordo di epoche passate se preferiamo la comodità.

Cosa rappresentano i tacchi oggi? Un simbolo di potere, di eleganza o una tradizione che stiamo cercando di reinventare? La vera domanda è: li indossiamo ancora per il nostro piacere o sono diventati l’ennesima convenzione da rispettare per essere accettate? 
O forse la risposta giusta è che siamo libere di sceglierli come vogliamo.

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