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New Balance: dal piede di una gallina a icona globale

New Balance: dal piede di una gallina a icona globale

C’è un dettaglio che farebbe sorridere chiunque: l’epopea di New Balance non nasce in un laboratorio ipertecnologico o in una sala riunioni, ma guardando… una gallina.
È il 1906, Boston è una città che brulica di immigrati e operai e William J. Riley, un calzolaio con grande curiosità, osserva le zampe del pennuto e il loro perfetto equilibrio.

Da lì, l’intuizione: creare un sistema di supporto per l’arco plantare capace di ridurre la fatica di chi passava dodici ore al giorno in piedi nelle fabbriche.
Lo chiamò “new balance”, un nuovo equilibrio. Nome semplice, destino epico.

Le prime scarpe da running arrivano nel 1938, fatte a mano e distribuite a un club di corridori locali, i Boston Brown Bag Harriers. La calzatura è pensata per la performance, per chi voleva correre senza compromessi. Da subito New Balance diventa “diversa”: non è moda, è biomeccanica applicata allo sport.

Il passaggio di testimone arriva con Eleanor e Paul Kidd, coppia intraprendente che porta la produzione a un livello più ampio. Nel 1960 il colpo di genio: il modello TRACKSTER, prima scarpa da corsa disponibile in varie larghezze. Una rivoluzione silenziosa, ma potentissima: non tutti i piedi sono uguali, perché dovrebbero esserlo le scarpe?

Poi, nel 1972, la storia cambia radicalmente. È il giorno della maratona di Boston, e Jim Davis – imprenditore visionario, con il tempismo dei grandi e la follia degli audaci – compra New Balance. Sei dipendenti, trenta paia di scarpe al giorno. Un micro-mondo che, con lui e sua moglie Anne, diventerà un impero globale. L’ossessione resta la stessa: qualità artigianale, attenzione al dettaglio, calzature che devono resistere al tempo, non solo alle mode.

Il vero boom mediatico arriva negli anni ’70, quando la rivista Runner’s World inserisce i modelli New Balance tra le migliori scarpe da corsa al mondo. Da lì è un crescendo: nel 1982 debutta la 990, scarpa venduta all’epoca per 100 dollari, cifra astronomica che in molti ritenevano “un suicidio commerciale”. Invece diventa mito. Ancora oggi, la 990 è sinonimo di status, ricercata sia dagli atleti che dagli appassionati di streetwear.

Oggi New Balance è un paradosso riuscito: icona di stile urbano, senza mai rinnegare la propria anima sportiva. Le 574, nate come running, sono diventate un manifesto di casual style. Le 530 e le 550 sono ormai onnipresenti nelle metropoli, dai quartieri hipster di Brooklyn alle vie del centro di Milano. E i nuovi modelli, come le futuristiche 9060 o la 1000, si muovono a metà tra innovazione tecnica e design che cattura l’occhio.

New Balance ha mantenuto una parte della produzione negli Stati Uniti e in Inghilterra, a differenza di molti competitor che hanno delocalizzato tutto. Una scelta politica oltre che industriale, che ha rafforzato l’immagine del brand come “onesto” e vicino alle persone.

Ecco perché oggi, a distanza di oltre un secolo da quel curioso studio sulle zampe di una gallina, New Balance è diventata molto più di un marchio sportivo. Scarpe che raccontano storie e che attraversano generazioni senza perdere credibilità.

Su Sabot.tv arriva la nuova collezione: le 9060 in tante colorazioni, la nuovissima 1000, la Hierro e tutte le altre icone di sempre. Perché se è vero che la moda passa, l’equilibrio resta.

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